venerdì 29 luglio 2016

Stava Mountain Race di Andrea Tomè

Stava Mountain Race
Adrenalina e lampi.


Finalmente arriva la Skyrace di casa, la Stava Mountain Race, che si corre sui monti che vedo da casa, monti che conosco e che ho già calpestato parecchie volte, ma bisogna tenere conto di tutti i fattori!





L'ultima settimana mi sono allenato bene in preparazione a questa gara, peccato che non la si prepara in una settimana. In più ti alzi al mattino e non è proprio sereno come da previsione, e il pensiero è subito questo: "Meglio, farà meno caldo!".
Via presto a Tesero, 7/8 minuti di macchina da casa, perché devo consegnare la borraccia a Milena che mi farà assistenza alla cima del Cornon, prima vetta di giornata dopo circa 5km e più di 1100 metri di dislivello fatti, e visto che sono già li assisto volentieri alla partenza della Vertical, la gara antecedente alla Skyrace che ha come tracciato di gara i "soli" 5km di salita, altra gara dura e molto tecnica. Ma arriva il primo imprevisto di giornata, un bel temporale alle 7:40, quindi una saggia decisione dei responsabili di gara di far slittare la partenza di 15 minuti della Vertical ma anche della Skyrace.



 8:05 smette di piovere e esce anche un timido sole, tutto ok e 10 minuti dopo parte la Vertical che si concluderà con addirittura il tempo record di 44:00 per fare i 1170 metri di dislivello in 5Km fatto da Pedergnana, questo ad indicare che il tracciato, almeno per i primi km è perfetto.
Ora mi concentro alla mia gara, che per me non si basa sui concorrenti che ho affianco, ma sulle mie sensazioni e il mio obbiettivo, dare il massimo e migliorarmi. Due ristori da me programmati, vetta del monte Cornon con Strive+, sali e maltodestrine della Nutrilite, e Milena mi porterà la borraccia, e alla vetta più alta di giornata cioè quella del Monte Agnello 2358m al 13km circa sempre con Strive+ e una barretta BodyKey Nutrilite, dova a farmi assistenza in questo punto sarà Italo. La barretta energetica dai test che ho fatto in allenamento ho il tempo per assimilarla e mi da le energie giuste per fare bene l'ultima lunga discesa. In più due gel, uno di carboidrati alla fine della prima discesa e uno di caffeina all'inizio dell'ultima discesa, tutto programmato anche i bastoncini li lascio ad Italo sull'Agnello, in modo di aver un aiuto nella salita dell'Agnello e essere senza impacci in discesa.

In riscaldamento do un'occhiata verso ovest e arrivano altre nubi minacciose, saranno la causa dello stravolgimento di giornata. Ai microfoni avvertono che la ventina è obbligatoria e io me la lego in vita per bene perché non mi dia impaccio, stringo bene le scarpe, fisso i laccioli dei bastoncini e via in griglia a 5 minuti dalla partenza. Mi arriva anche il messaggio di Milena che a Pampeago piove e non saliranno sulla vetta del Cornon, berrò al ristoro che c'è in cima. Sale l'adrenalina insieme ai battiti e con un timido sole inizia il conto alla rovescia e VIA!!!!!!!!


So già che per i primi 35/40 minuti soffrirò di più, sono un diesel di quelli vecchi, ora che entro a regime ci vuole tempo. Zero metri di tratto piano e subito salita, e neanche 500 metri di asfalto e via sullo sterrato in fila indiana. Per la prima salita c'è poco da dire, dura, ripida e tecnica. Partendo davanti sono in un gruppo che ha un buon ritmo, e ne supero un paio appena riesco all'inizio, ma dopo preferisco stare li dove sono e non spingere troppo per preservare energie per il resto della gara, anche perché l'anno scorso ho fatto proprio questo errore, cioè fare la prima salita troppo forte e pagandola dopo. Dopo 30 minuti circa il primo tuono, ci siamo, è arrivato il secondo temporale della giornata, man mano che saliamo siamo nelle nuvole e sono proprio quelle temporalesche, inizia anche a piovere prima piano e poi sempre più forte e il vento inizia a soffiare con buona intensità. Mi devo mettere la ventina per proteggermi e non voglio perdere la mia posizione e quindi non mi fermo per infilarla, ma tra i bastoncini e la saliti ripida ci impiego un po. I lampi sono sempre più vicini, sono diventati come i flash dei fotografi solo che è pieno giorno. Non si contano tanti secondi dal lampo al tuono, uno massimo due e questo sta a dire che sono molto vicini, me li sento dietro alle orecchie, ma mi concentro sul tracciato per non pensarci e per andare più velocemente possibile, ma non è semplice.



Ormai è un bel acquazzone inizia a essere tanta acqua e dalla vita in giù sono zuppo, e l'intensità non cala e per di più inizia a grandinare, quella fine, come ossi di ciliegie, ma che si fa ben sentire in testa e sulle braccia. Va avanti per qualche minuti, sul tracciato si inizia a vedere bianco, i lampi e tuoni non smettono, i pensieri vanno fuori dalla competizione, anche se continui a salire il più velocemente possibile. Ormai siamo sul crinale che porta alla vetta e da poco a smesso di grandinare e anche l'intensità della pioggia è calata, ma ormai il tracciato è acqua pietre e fango. L'attenzione su dove si mette i piedi è al massimo, un ragazzo del soccorso alpino avvisa a 500 metri della vetta che il percorso è stato accorciato, niente monte Agnello, e il mio pensiero va subito a riorganizzarmi la gara. Arrivo il vetta c'è vento e ormai piove poco, qui confermano che la gara è stata accorciata e quindi si scende subito a Tesero, allora lascio li i miei bastoncini nel punto dove l'organizzazione li riporterà all'arrivo, bevo un paio di sorsi di sali, e via in discesa.
Trovo subito il bivio dove hanno tagliato il percorso e da li a qualche metro faccio uno scivolone di 5 o 6 metri senza conseguenze, e capisco subito che le condizioni sono proprio al limite. Nella discesa si alterneranno tratti di sola roccia, tratti con tanto fango, tratti con parecchie radici e forse le radici sono le più pericolose. le mie Asics tengono bene sulle rocce bagnate e anche nel fango si comportano bene, ma con le radici devo fare molta attenzione. Non ho la più pallida idea di che posizione posso essere in gara, ma so che fino a qui io non ho avuto problemi e le mie gambe sono ancora in ottimo stato. Quindi la discesa l'affronto il più velocemente possibile, prestando tutte le attenzioni del caso, e da li a poco smette anche di piovere, quindi mi tolgo la ventina e me la lego a qualche verso in vita. Dopo la parte vicino alla vetta quasi completamente senza alberi e con rocciette nel tracciato si entra nel bosco, dove il fango e le radici la fanno da padrone. Nei tratti di fango la cosa migliore è quella di correre nei lati del sentiero dove lo strato è ridotto ed è più "asciutto", ma dove ci sono le radici, bisogna solo stare attenti! E finalmente si arriva negli ultimi 5km di falsopiano in discesa, dove il terreno è buono e compatto e c'è solo da correre. Questo è quello che mi s'addice di meno a me, sono tutto tranne che veloce. E in fatti in questo tratto mi superano in 4 o 5.



Finalmente arriva l'ultimo cartello che indica 500 metri al traguardo, ormai tensioni e tattiche svaniscono e arriva la gioia di concludere una gara indimenticabile, la gioia di vedere la tua famiglia che ti incita negli ultimi metri, la gioia di saper di aver fatto una ottima gara e la gioia di arrivare al traguardo e aver dato tutto quello che potevo dare!







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