lunedì 31 maggio 2010

Delusione

Non è andata come volevo, ma è andata. Le previsioni meteo mettevano possibilità di qualche piovasco . . . ma non un acquazzone!!! La mia scarsa preparazione e il meteo hanno fatto in modo che non sono stato in grado di continuare e quindi ho dovuto fermare il cronometro a 2:53:18 nel percorso corto. La delusione arriva dal fatto che se avevo la preparazione per poter continuare e fare il lungo, avrei fatto un grosso balza in avanti nella classifica della combinata, e invece mi ritrovo fuori classifica, dopo due mesi che mi alleno per questa gara e la fatica fatto alla Marcialonga invernale mi ritengo insoddisfatto. Comunque tutto quello che non ammazza fa crescere, quindi mi sarà di lezione per la prossima volta.
 Questa foto l'ha scattata la mia futura moglie appena fuori Tesero

mercoledì 26 maggio 2010

Marcialonga Cycling - Lo sforzo fisico

La Marcialonga Cycling è una gran fondo con due tracciati, il corto da 80 km e 1894 metri di dislivello da superare, invece il lungo sono 135 km ma il dislivello sale a 3279 metri.
Logicamente lo sforzo fisico che si ha con un tracciato sarà molto diverso dall'altro, ma che unisce i due percorsi è lo sforzo fisico che si compie, nel lungo è composto dal corto più l'ulteriore fatica per fare altri due passi dolomitici. Quindi lo sforzo fatto per il tracciato da 80 km non è altro che l'inizio di quello da 135 km.
Tutto inizia con l'attesa della partenza in griglia, puoi fare del riscaldamento ma viene vanificato dall'attesa che si fa aspettando la partenza, si è li fermi e al mattino presto non fa di certo tanto caldo e quindi riscaldamento si ma senza sudare e con vario stretching.
La partenza è già adrenalina pura, sei li fermo e i battiti salgono man mano che diminuiscono i minuti che mancano allo sparo, arriva l'elicottero con la stampa che ti continua a sorvolare più volte e ti rendi conto ancora di più che stai facendo parte di un grande evento sportivo, la musica ad effetto che ti fa capire che manca poco allo sparo . . . . VIA!!!!
Da quello sparo cambia tutto, una decina di pedalate e parte tutta la tensione del pre-gara svanisce e inizia l'avventura. I primi 15 km sono in un leggerissimo falsopiano a volte in salita a volte in discesa e qui che si fa il vero e proprio riscaldamento, tanto si è in gruppo e tenendo la ruota non si fa neanche tanta fatica a tenere l'andatura forzata dei primi. I prossimi 5 km circa sono di salita, ma per niente difficile, ci sono solo 200 metri che impegnano più del resto, e qui non si fa ancora fatica vera e propria, ma si iniziano ad alzare i battiti, ma arrivati a San Lugano, si chiude la cerniera della mantellina e via per una decina di minuti scarsi di discesa che non provocano nessun sforzo fisico ma ti da un grosso impegno di attenzione, si fanno rettilinei a 70/80km/h e curve abbastanza veloci, qui è richiesta molta attenzione al tracciato.
Al chilometro 28 e 600 metri di tracciato è il punto della prima e vera salita della giornata, 10,6 km di lunghezza per 660 metri di dislivello per arrivare a Monte San Pietro. I primi 4.5 km con una pendenza media del 9.5% sono costanti e non ti fanno respirare, obiettivo è trovare il passo giusto, qui c'è uno sforzo notevole, i quadricipiti richiedono tanto sangue ossigenato e il cuore deve forniglielo, quindi in questo tratto sono costantemente alti anche i battiti. Qui si inizia a bruciare energie accumulate nelle ore precedenti e il sudore porta via sali minerali e liquidi. Arrivati ad Aldino si può prendere fiato, ma solo per qualche metro e poi continua fino al settimo chilometro di questa ascesa dove finalmente le pendenze si
attenuano. A questo punto della gara siamo già in debito di liquidi e quindi è importante bere per non rimanere all'asciutto, altrimenti nelle prossime salite i muscoli si ingrippano e arrivano i crampi, magari si può anche mangiare un quadretto di cioccolato, che non fa male!
Circa al chilometro 34 della Marcialonga Cycling inizia lo strappo di 2 km che porta a Monte San Pietro, meno impegnativo che la salita di Aldino, poi 3 km di discesa, 4 km di salita e ancora 3 km di discesa. Questo altalenare tra discesa e salita fa in modo di smaltire l'acido l'attico della lunga salita precedente, ma non vuol dire che non dia impegno, anzi, la prima discesa e abbastanza tranquilla ma ci sono alcune curve insidiose e di solito c'è una sacca di aria fredda che ti fa ricordare l'inverno appena passato. Poi la salita di Nova Ponente, che la si attraversa a metà dei 4 km, con una pendenza media del 4.8% senza troppi sforzi da modo anche di magiare ancora un quadretto di cioccolato e bere qualche sorso prima della discesa che porta a Novale. Questa discesa è molto ripida e li di solito tocco la velocità più alta proprio nel primo rettilineo, in questo tratto si deve continuare a pedalare perché l'impatto con il primo tratto di salita è veramente brusco, quindi tenendo in movimento le gambe non si ha il rischi di !imballarle! appena si inizia la salita.
Ed è proprio una bella salita, sono 8 km con una pendenza media del 8.7% ma i primi 4 km hanno un pendenza di 12% media con una massima di 18%, Fino a Novale si è intorno hai 9% ma da Novale al ponte del Rio della Pala la pendenza è tosta, anche qui l'importante è prendere il proprio passo e procedere costantemente, ormai c'è anche le fatiche precedenti che si fanno sentire, qui se non si ha reintegrato liquidi e mangiato qualcosa si rischia di entrare in crisi prima di scollinare, appena si passa il secondo ponte si capisce che le pendenze ti fanno respirare e puoi mettere qualche dente in più sul pignone e riprendere fiato ma arrivare al passo bisogna fare ancora fatica e non poca. Quando si vede il cartello del benvenuto nella provincia di Trento si può iniziare a pensare alla discesa che porta a Tesero. Qui per chi fa il lungo bisogna mangiare qualcosa e bere, si ha tutta la discesa e il tratto quasi pianeggiante che porta a Predazzo per fare in modo che il sangue circoli meglio nell'apparato digerente e si agevoli la digestione che in un tratto impegnativo, come una salita, non può dare perché la circolazione è concentrata sulle gambe.
La discesa è impegnativa e veloce ma non troppo difficile, poi da Tesero a Predazzo un falsopiano in discesa aiuta a recuperare qualche energia. Dalla prima rotonda di Predazzo fino a Moena c'è una leggera salita che però con gli 80 km fatti fino a li si fa sentire, ma a Moena curva a destra e si ricomincia a salire, ma a salire con la "S" maiuscola, 12 km con una pendenza media del 7% e una massima del 14%. Questa è una salita che offre il peggio all'inizio ma che verso la fine ti saluta con dolcezza, ma da dopo l'impianti del Lusia fino al centro del fondo di Alochet una bella tratta faticosa. Si fa fatica a trovare il passo giusto perché la stanchezza non facilita le cose e la pendenza iniziale è tosta, ma solo dopo due chilometri c'è un tratto di quasi piano che ti da modo di riposare, bere e poi devi subito
riconcentrarti a salire. In queste salite interminabili la stanchezza fa brutti scherzi, inizi a sentire ogni pedalata che fai, quasi le conti, ogni goccia di sudore, ogni albero che passi, ma la determinazione di portare a termine un evento ti fa guardare avanti e cerchi di concentrati sulla forza che ancora hai. L'ultimo chilometro è tranquillo e ti da modo di dissetarti e quando arrivi in cima al Passo San Pellegrino fermarsi un istante all'ottimo ristoro non è di certo una perdita di tempo, anzi.
La discesa che viene subito dopo è molto pericolosa. Grosse pendenze, tornati stretti ma soprattutto stanchezza. Si parte con lunghi rettilinei  e forti velocità, fino ad arrivare ai tornanti stretti e ripidi, si arriva anche al 18% di pendenza, bisogna tenere le gambe in movimento altrimenti l'acido lattico le inchioda appena riparti con la salita. 
In questa salita la fatica si fa sentire e non solo quella, ormai bisogna salire non come si vorrebbe ma con le forze che restano lo consentono, non è più il fisico che ti fa andare avanti ma la forza di volontà che è in ogni gran fondista. Questa è una salita che costante e intorno al'8.6% di media con una pendenza massima di 19% che è un piccolo strappo. Inizialmente è abbastanza dura con pendenze intorno all'11% ma dopo va via regolare, a metà ci sono dei tornanti e il pezzo finale costeggia la valle ad è visibile la fine della salita. Se non si ha mangiato in precedenza la fame inizia a far male e in questa salita hai bisogno di forze fresche perché quelle che si aveva accumulato ormai sono rimaste nelle salite precedenti, anche on il bere vale lo stesso discorso, qui i crampi è facile farli venire, ma se ci si disseta correttamente per tutta la gara si va via senza intoppi.
Arrivati al Passo Valles (2035m) si può dire che le grandi fatiche sono passate, ci sono 22 km di discesa più o meno ripida e con tornanti, alcuni non hanno piena visuale della strada e quindi bisogna stare attenti, alcuni tratti ancora che bisogna pedalare, come quello che costeggia il Lago di Fortebuso. Gli ultimi due chilometri sono in falsopiano in salita ma i precedenti chilometri di discesa hanno fatto in modo di recuperare per poter spingere ancora sui pedali e poter passare sotto il tanto amato striscione dell'arrivo e fermare il tempo della fatica e iniziare quello dei defaticamento seguito dal riposo.
Questo è il racconto di un ciclista che non potrà mai vincere la Marcialonga Cycling ma che la vuole farla in tutto il suo splendore e bellezza con tanta passione e lottare con il tempo personale, godersi il bellissimo spirito che Marcialonga ha nel suo DNA, e se magari guadagna qualche minuto rispetto l'anno precedente, la soddisfazione di aver battuto un record personale.

martedì 25 maggio 2010

Addio mal di schiena - Biomeccanico - Paolo Gaspari

Foto dal suo sito
Voglio ringraziare Paolo Gaspari, noto biomeccanico del veronese che mi ha "sistemato" il problema del mal di schiena. Comunque vada la Marcialonga Cycling, volevo complimentarmi ed elogiare Paolo per il risultato che ha avuto nei miei confronti. Dopo anni di mal di schiena in bici, è bastata un'ora di visita presso lo studio di Paolo Gaspari, e il male che tanto mi affliggeva è sparito. Mi ha misurato, ascoltato e guardato dopo di che mi ha rivisto la posizione in bici e dato qualche consiglio. La sua decennale esperienza ha fatto in modo che mi trovasse la giusta geometria di pedalata per sfruttare al meglio la forza delle mie gambe e trasformala al 100% in potenza nella pedalata. Consiglio vivamente a chi come me ha mal di schiena di contattare Paolo per un appuntamento, questo è il suo umile sito, ma dietro che un grande professionista che ama il suo lavoro e si capisce subito che lo fa con passione. Io all'inizio devo dire che mi sembrava impossibile che il  male sparisse cambiando la posizione della sella di qualche millimetro, abbassando il manubrio anche li di millimetri e spostando le tacche delle scarpe, ma il fatto che l'esperienza di Paolo sa dove mettere quei "millimetri" e il gioco è fatto!

lunedì 24 maggio 2010

Fatta anche la prova generale!

Sabato mattina è stato il momento della prova generale della Cycling. Partenza alle 7 da casa e subito una sudatina per arrivare fino a Cavalese dove dovevo incontrarmi con un altro ciclista ma che non è arrivato. Arrivato a San Lugano ho capito che la primavera non era ancora arrivata
del tutto, il termometro segnava 6° e i miei brividi erano alti due dita, ma per fortuna è bastato iniziare a scendere e si è sentito subito il cambio di clima. La salitona di 10 km a Monte San Pietro e stata nella norma, logicamente non è una passeggiata ma ormai la conosco bene, unico nota di rilievo un bel capriolo che prima mi guardava da bordo strada e poi ha attraversato la strada a 5 metri da me. Nella discesona che porta a Novale mi sono trovato un camion davanti e non ho mai superato i 50 km/h, curva a destra e si inizia la salita del Passo Lavazè. Come sempre mi mangio qualche quadrato di cioccolata e poi cerco di trovare la mia andatura regolare che mi porti con meno fatica possibile in cima al passo. Fino al ponte del rio della pala tutto ok, e da li in poi la strada diventa più dolce, ma non so cosa è successo da quel momento le forze hanno iniziato a mancarmi piano piano. Il Lavazè lo ho passato bene, con qualche fatica in più dell'ultima volta che lo ho fatto, e così procedo spedito per il mio prossimo valico, il passo San Pellegrino. A Moena ho riempito le borracce e ho iniziato la lunga saliti di ben 12 km. Quella del San Pellegrino è una salita che inizia tosta fai fatica ad ingranare ma fattibile, poi la strada sembra che diventi più piana e invece arriva lo strappo più duro della salita con pendenze del 14%, niente di impossibile, ma dopo tutta la strada fatta fino a quel punto, nelle gambe si fa sentire. Passato quello strappo di meno di un chilometro la strada si fa più agevole e si può tirare il fiato, ma per me sabato non è andata così. Ho risentito tanto dei primi chilometri di salita e non ho più ripreso, di forze ne avevo ormai poche e le gambe chiedevano aiuto, quindi ho dovuto rallentare e cercare di centellinare le forze che mi restavano. Arrivato in cima al passo ho percorso la discesa con più calma del solito per vedere di recuperare un po di forze e per i primi due chilometri della salita del Passo Valles andava abbastanza bene, ma poi crisi . . . . quando non ha più benzina nelle gambe fare 5 km finali del Valles è veramente dura.
In poche parole ho fatto fatica ad arrivare a casa e per percorrere i 137 km che ho fatto ci ho messo la bellezza di 6 ore e 10 minuti . . . più di mezzora rispetto alla prova che ho fatto la domenica prima della Cycling del'anno scorso. Deluso della mia forma, spero che sia stato un concatenamento di fattori negativi. Il giorno prima ho fatto un'allenamento di 50 km, non avevo mangiato carboidrati il giorno prima e compresi i chilometri di sabato sono arrivato a fare 300 km in 5 giorni. mi aggrappo a questa "scusa" per non demoralizzarmi più di tanto.
Stasera faccio un allenamento tranquillo ma lungo, mercoledì qualche ripetuta di soglia e venerdì ripetute di agilità, ma ormai quello che è fatto è fatto, l'ultima settimana è tranquilla.

lunedì 17 maggio 2010

Val di Non Bike

Tempi duri per noi ciclisti!!! Questa primavera che non vuole arrivare si fa sentire nella scarsa preparazione, oltre che per il freddo che si fa sentire ancora. Ieri in partenza il vento che soffiava in partenza faceva pensare ad un periodo autunnale, altro che metà maggio. Comunque una volta partiti il freddo non era più un problema, ma il vento ha continuato a dare fastidio in alcuni tratti del tracciato.

La mia gara è stata positiva da un lato e deludente dall'altro.
Positiva perché ho fatto tutta la gara a spingere come non ho mai fatto. Il problemi che avevo alla schiena mi costringevano a diminuire l'andatura, ma da quando ho fatto sistemate la mia posizione in sella a Paolo Gaspari (ottimo biomeccanico di Verona) ho sentito subito una bella differenza, e con la gara di ieri ho avuto il riscontro che i dolori alla schiena sono passato e finalmente posso spingere come non mai, addirittura la mia frequenza media è stata 159 battiti al minuto che equivale all'87% della frequenza massima. Questo dato mi da molto entusiasmo e mi sorprende che per 2 ore sono riuscito a tenere un ritmo simile.
La parte deludente arriva quando guardo la classifica, 174° su 545 partenti e 31° di categoria su 95. L'anno scorso chi ha impiegato come me è arrivato 100°, invece quest'anno ben 69 posizioni dopo. Pensavo che con tutta quella fatica avrei ottenuto un piazzamento migliore. Sicuramente è la mancanza di preparazione che manca, la parte metereologica ha influito tanto e rispetto l'anno scorso sono in dietro di 380km e non sono pochi.
Come sempre il mio tracciato favorevole è la discesa dove riesco a superare e con la mia full ho una maggiore guidabilità di chi ha le front, ma il salita pendo ancora strada rispetto gli avversari, è proprio li che devo lavorare, le salite mi ammazzano letteralmente il morale, vedere che ti superano non mi aiuta, ma come il mio solito non mollo di sicuro! L'ultimi 15 km di gara ho avuto uno stimolo in più. In un leggero tratto in salita vedo la prima donna che mi supera piano piano, ho provato a stargli dietro e anche se con tanta fatica ma ho visto che ci riuscivo. Così si è formato un gruppetto di 5 bikers inclusa la prima ragazza che mi ha dato una mano, dal punto di vista psicologico, nel tratto finale per continuare a spingere.


martedì 11 maggio 2010

Val di Non Bike - Trentino MTB 2010

 
Ci siamo, finalmente si inizia a fare gare. Sono curioso di confrontarmi per vedere il mio stato di forma. Domenica 16 maggio, tra 5 giorni, c'è la Val di Non Bike, tracciato ottimo per l'apertura della stagione 2010. 42 km per 870 metri di dislivello. Questi due dati fanno capire che potrebbe essere una gara senza troppe difficoltà, ma logicamente la gara è uguale per tutti e quindi la difficoltà è spingere dal via fino alla fine.
L'altimetria evidenzia che al 15esimo chilometro c'è l'asperità maggiore e dopo manca solo una salita di circa un chilometro intorno al 25esimo km. Certo che queste altimetrie non vanno prese come legge perché sono indicative. Obbiettivo di questa gara è stare sotto le 2 ore e piazzarmi nei primi 100 e intorno alla ventesima posizione di categoria.
Con questa gara inizia anche il mio percorso al circuito "TRENTINO MTB", che non è che abbia tante aspettative, ma che farò di tutto per piazzarmi il più avanti possibile.

lunedì 10 maggio 2010

Così non vale!!

La persistenza del brutto tempo stà compromettendo il lavoro fatto fino adesso. Venerdì sono riuscito a fare 90 minuti di allenamento, ma il lungo del week end è andato male, tra il mio fisico che ne ha risentito dei 750 km fatti in macchine il sabato, tra che le temperature in quota erano molto basse per essere maggio, resoconto della settimana è 2 allenamenti "normali" e 2 indoor qundi poco o niente per le aspettative che miero fatto, e facendo 4 conti sono sotto di 250km rispetto l'anno scorso. Previsioni per la settimana . . . PESSIME! ancora acqua e così non vale! Prima o poi arriverà anche il sole!!!

giovedì 6 maggio 2010

Piove!!!

 Foto da Flickr
Così non va bene!!! Ormai è da lunedì che piove e le temperature si sono di nuovo abbassate, ma la primavera dove è?? e così è tutta settimana che mi alleno indoor facendo esercizi per la forza e potenziamento muscolare, però ho una voglia matta di pedalare!!!!

martedì 4 maggio 2010

Specialized Roubaix SL3

Ebbene si ormai è quasi sicuro che la bici che ha portato alla vittoria nell'ultima Parigi-Roubaix Fabian Cancellara detto "Spartacus" sia proprio una Specialized Roubaix SL3
Ci sono molte news nel "prototipo" che ha usato 11 aprile per diventare Re del pavè 2010 e logicamente si possono sapere solo quelli visibili mentre tutto il resto dobbiamo aspettare che la Specialized ci riveli le loro scoperte tecnologiche. 
Logicamente la Specy ha lasciato la bici anonima e senza troppe personalizzazioni, nera e scritte bianche, ad un occhio poco esperto sembrerebbe una bici tranquilla e i copertoncini bianchi e neri come quelli di una volta la fa sembrare anche "retrò", ma l'abito non fa il monaco!!!
Già a prima vista si vedono i fili che spariscono nel telaio che rendono la bici pulita e bella da vedere, oltre che non aver i fili esposti al fango!
Da vicino si notano i cerchi ZIPP 303 in carbonio con freni, adattati, con pastiglie gialle per il carbonio. Si vedono anche i nuovi copertoncini Specialized e si nota anche il poco spazio che c'è tra il copertoncino e l'archetto del supporto freni.
Lo stesso discorso del poco spazio lo si nota dietro il movimento centrale, dove non l'ascia tanto spazio ad eventuale fango, che alla Parigi-Roubaix non manca mai.

lunedì 3 maggio 2010

Aprile 2010

24:02:12 Tempo di allenamento
17'920 Totale Kcal consumate
693,2 Km in bici da corsa
25,6 Km in mountain bike
8'050 metri totale dislivello in bici
0 Km di corsa
0 Km Con gli sci
0 metri totale dislivello di corsa
75,7 kg peso medio di marzo

Con l'inizio alla preparazione per la stagione ciclistica sono aumentate le ore di allenamento, ma il peso non è ancora calato!!
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